Hikikomori: quando l’isolamento diventa una gabbia

Hikikomori: quando l’isolamento diventa una gabbia

Hikikomori, cioè, adolescenti che si chiudono in casa per mesi o anni. Un grido silenzioso di disagio psicologico da ascoltare con urgenza. Scopriamolo insieme.

Scuola, socialità, lavoro, sport, famiglia. Ci sono differenze tra com’erano questi ambiti ieri e come sono oggi: sempre di più il valore sembra misurato in numeri: voti, like, stipendi, performance che fanno emergere un tipo di dolore silenzioso che cresce lontano dagli occhi, sotto forma di disagio.

Negli adolescenti di oggi, spesso assume la forma che viene chiamata hikikomori, un’espressione di origine giapponese che indica quei ragazzi che chiudono fuori il mondo, restando isolati nelle proprie stanze per mesi o addirittura anni. Non per scelta, ma per difesa: una forma di disagio.

Hikikomori è un grido d’aiuto che dobbiamo imparare ad ascoltare.

Cos’è il fenomeno hikikomori

Il termine hikikomori (引きこもり) nasce in Giappone e significa letteralmente “stare in disparte, isolarsi”. Si è diffuso già alla fine degli anni Novanta per descrivere un comportamento che si stava diffondendo tra gli adolescenti e i giovani adulti giapponesi: l’auto-reclusione volontaria in casa per un periodo che supera i sei mesi, senza frequentare la scuola, il lavoro o le attività sociali, un isolamento.

Secondo fonti ufficiali, l’hikikomori è un disagio adattivo sociale che riguarda oggi tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo. In Italia i dati ufficiali si concentrano esclusivamente sugli studenti delle scuole secondarie e stimano tra i 50mila e i 70mila casi, mentre non esistono ancora studi quantitativi condotti sull’intera popolazione.

Spesso si tratta di ragazzi intelligenti, sensibili, che non riescono a trovare nel mondo esterno un luogo sicuro in cui sentirsi accolti. Così, trasformano la propria stanza in un rifugio che, col tempo, diventa una prigione.

Le cause profonde dell’isolamento sociale: pressioni e disagio emotivo

Dietro l’isolamento di un adolescente hikikomori non c’è mai un’unica causa, ma un insieme di pressioni, aspettative e fragilità che si stratificano nel tempo. Su questo possono incidere molti fattori che vediamo qui di seguito.

Prestazioni scolastiche e competitività

Il sistema educativo, spesso centrato sul rendimento e sul confronto costante, può diventare opprimente per chi non si sente all’altezza. I fallimenti scolastici o la sola paura di deludere le aspettative dei genitori e degli insegnanti possono generare ansia, vergogna e senso di inadeguatezza.

Cyberbullismo e giudizio sociale

Il mondo digitale, se da un lato rappresenta un rifugio, dall’altro può trasformarsi in una fonte di ulteriore sofferenza. Il cyberbullismo, i commenti denigratori sui social, l’ansia da prestazione digitale (like, visualizzazioni, follower) possono aggravare la vulnerabilità emotiva di un adolescente, spingendolo alla fuga dalla realtà.

Famiglie disfunzionali e relazioni fragili

Un ambiente familiare disfunzionale, troppo rigido o emotivamente assente, può generare nei ragazzi un senso di abbandono, di vuoto o di senso di incomprensione. Quando non c’è un dialogo autentico, quando i figli si sentono invisibili o sotto costante pressione, l’isolamento può apparire come l’unica via percorribile.

Ipersensibilità e tratti psicologici predisponenti

Molti hikikomori, lo abbiamo detto, sono ragazzi molto sensibili, empatici, introspettivi. Non necessariamente c’è la presenza di disturbi mentali conclamati o latenti, ma spesso si tratta di giovani che manifestano tratti ansiosi, fobie o una tendenza alla depressione che, se non compresi per tempo, possono degenerare in fenomeni di auto-esclusione sociale.

Conseguenze dell’hikikomori sulla salute mentale e sulla vita relazionale

L’isolamento prolungato ha conseguenze profonde, spesso invisibili agli occhi di chi guarda solo la superficie.

Trascorrere mesi o anni senza relazioni significative, senza stimoli e senza esperienze sociali, può far precipitare l’autostima. L’ansia sociale aumenta, la depressione si affaccia con forza e la speranza di “uscirne” sembra sempre più lontana.

Dipendenza da internet e videogiochi

Per molti adolescenti hikikomori, la rete diventa l’unico ponte relazionale col mondo. Ma quando il mondo virtuale sostituisce totalmente la realtà, il rischio è quello di sviluppare una vera e propria dipendenza, ad esempio dai videogiochi, social o dai contenuti digitali, che possono aggravare l’isolamento invece di lenirlo.

Adolescenza e difficoltà nella costruzione dell’identità

L’adolescenza è il periodo in cui si gettano le basi dell’identità personale. Quando un adolescente si isola e non vive la socialità, si perdono esperienze fondamentali per sviluppare la propria autonomia, imparare a relazionarsi, ad affrontare sfide e trovare un posto nel mondo. Gli adolescenti hikikomori sviluppano una sorta di limbo emotivo dove si manifestano, poi, tutte le difficoltà di una identità che stenta a definirsi.

Come aiutare un adolescente hikikomori?

Esistono strade, delicate e pazienti, che si possono percorrere insieme. In questo, possono fare molto i genitori e il nucleo familiare, gli assistenti più immediati ai giovani che manifestano questi aspetti di isolamento sociale.

Non minimizzare e non giudicare

Il primo passo è senza dubbio l’ascolto, che significa non minimizzare, non giudicare, non cercare di “convincere” con la forza a riprendere le relazioni sociali. Un adolescente hikikomori ha bisogno di sentire che qualcuno lo vede, che lo accetta e lo ama anche nel suo silenzio. Spesso è il solo sapere di non essere solo che può accendere una scintilla di cambiamento.

Supporto psicologico specializzato

La figura dello psicologo, soprattutto se esperto di adolescenti, può essere fondamentale. Non si tratta solo di guidare verso la guarigione ma, soprattutto, di costruire una relazione, uno spazio sicuro dove il ragazzo possa iniziare a parlare, a raccontarsi, a immaginare nuove possibilità.

Coinvolgimento della famiglia

La necessità di un figlio di cambiare coinvolge l’intero sistema familiare. I genitori devono essere accompagnati alla comprensione del fenomeno, ad abbandonare sensi di colpa o aspettative rigide, e a costruire una comunicazione più autentica e accogliente. Una terapia familiare può essere consigliata per tutto il nucleo.

La scuola come luogo di inclusione, non di performance

La scuola deve diventare un ambiente che promuove il benessere, la collaborazione, l’accoglienza delle diversità. Insegnanti e dirigenti devono essere formati per riconoscere i segnali del disagio e intervenire con empatia. Il successo scolastico non può essere misurato solo in voti e per fare questo è importante che ci sia consapevolezza e progetti mirati all’interno dell’istituto per evitare le conseguenze dell’ansia da prestazione in tutte le sue forme.

È dovere di tutti creare un ambiente che non schiacci gli adolescenti, ma li aiuti a crescere.

Il ruolo delle organizzazioni per il benessere dell’adolescenza

Organizzazioni come Terre des Hommes si battono ogni giorno per proteggere la salute mentale degli adolescenti.

La nostra missione è chiara: nessun ragazzo deve essere lasciato solo. L’isolamento è una forma di sofferenza che possiamo e dobbiamo affrontare insieme. Contribuire a ristabilire un equilibrio emotivo e psicologico profondamente minato da traumi, come quello derivato dall’esposizione ad un ambiente trascurante, è un bisogno cui Terre des Hommes Italia presta la massima attenzione e rispetto al quale provvede a dare una risposta strutturata e qualificata.

Primo soccorso psicologico e gruppi di ascolto: il progetto Restars

Gli hikikomori ci insegnano che a volte, dietro una porta chiusa, c’è un grido. Non d’aiuto generico, ma di necessità profonda. Ci sfidano a cambiare lo sguardo, a rimettere al centro l’empatia, l’inclusione, la tolleranza.

Se anche un solo adolescente si isola, è compito di tutti noi tendere la mano. Terre des Hommes cerca di agire con interventi calibrati a rispondere a diversi bisogni dell’utenza, sia con azioni di emergenza, come il primo soccorso psicologico, l’accesso ai servizi di base, sia con interventi successivi che aiutino a gestire il ritorno alla “normalità” con graduale ma costante supporto.

Il progetto che proponiamo si chiama Restars, acronimo di Rete di Supporto Territoriale per Adolescenti in Ritiro Sociale un progetto realizzato in partenariato con la Cooperativa Zero Cinque e l’associazione Comunità Nuova di Milano e con il sostegno di Fondazione Cariplo.

L’intervento si svolge in stretta collaborazione con medici e psicologi delle Unità Operative di Neuro-Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, servizi territoriali dove bambini, adolescenti e famiglie possono trovare professionisti specializzati per ricevere un aiuto, senza dover arrivare a recarsi in ospedale o a un ricovero.

Pet Therapy e adolescenti in ritiro sociale: il lavoro di Terre des Hommes

Nel percorso di accompagnamento degli adolescenti in ritiro sociale e nell’ambito del progetto Restars, Terre des Hommes ha scelto di sperimentare strade nuove e sensibili, capaci di rispondere al bisogno di relazione, affetto e sicurezza di questi ragazzi. Una di queste è la Pet Therapy, integrata nel progetto di Rete Territoriale per gli Adolescenti in Ritiro Sociale

Un percorso con un animale domestico del quale prendersi cura, può aiutare moltissimo a superare le fasi più critiche: gli animali, infatti, non giudicano, non pongono aspettative, ma offrono il loro affetto incondizionatamente. Questo genera nei ragazzi un senso di fiducia e calma, può abbassare i livelli di stress e stimola la motivazione a prendersi cura dell’altro. L’interazione con l’animale aiuta a riscoprire il piacere della relazione, migliora l’autostima e attiva nuove energie che rendono possibile l’avvio di step successivi, come l’arteterapia, l’attività fisica o il reinserimento sociale. La pet-therapy si può rivelare uno strumento fondamentale anche nei casi più severi. 

Se hai dubbi, o se pensi che tuo figlio, tua figlia o un conoscente sia ritirato socialmente in modo ostinato e continuativo, inizia da qui. Guarda il nostro webinar che ti aiuta a capire meglio

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