Nato solo un anno prima che scoppiasse la guerra in Siria, la sua vita non è stata certo facile. Con la sua famiglia anni fa si è dovuto rifugiare in Libano e ha visto pian piano affievolirsi le speranze di un rapido ritorno a casa.
Così, quando a 13 anni il ragazzino è stato iscritto a un corso di alfabetizzazione e calcolo di base in uno dei centri educativi del nostro progetto Back to the Future, era come un bambino al primo giorno di scuola.
Difficoltà di concentrazione
Ogni cosa lo distraeva: le belle penne e i quaderni colorati che venivano distribuiti, i bisbigli dei compagni di classe, i giochi riposti nell’angolo.
Anche nei giorni successivi non riusciva a concentrarsi e a stare fermo. Voleva giocare sempre, nonostante avesse detto di essere particolarmente interessato a imparare l’inglese, che non conosceva affatto. La sua resistenza a seguire le regole della classe, a partecipare alle attività scolastiche e a portare a termine i compiti assegnati stava influenzando notevolmente il suo rendimento.
Questo comportamento è tipico appunto dei bambini delle prime classi. Ma in un ragazzino di 13 anni generalmente non è ammesso dagli insegnanti. Tuttavia esso fa parte del processo di apprendimento e deve essere tenuto in considerazione nel processo di reintegrazione dei bambini che hanno abbandonato la scuola nei sistemi educativi strutturati.
Fondamentale l’approccio degli insegnanti
Grazie ai corsi di formazione per docenti offerti dal progetto gli insegnanti hanno creato e attuato un piano d’intervento per insegnare al ragazzo a regolare gradualmente le proprie emozioni e il proprio comportamento e ad apprezzare il valore dell’apprendimento.
Un momento critico si è verificato un lunedì mattina, quando Moustafa ha avuto una forte discussione con uno dei compagni di classe. Si è infuriato, urlando a squarciagola e chiedendo di lasciare il centro.
Gli insegnanti hanno concesso al ragazzo lo spazio per calmarsi e lo hanno ascoltato con attenzione mentre raccontava come era nato il malinteso. Lo hanno rassicurato sul fatto che nel centro non è necessario urlare perché gli altri lo ascoltino. Non deve lottare perché venga fatta giustizia.
Questo evento ha dimostrato al ragazzo che il centro educativo è uno spazio sicuro e che può fidarsi dei suoi insegnanti. Da quel giorno ha iniziato a seguire le regole della classe. Ha anche imparato a discutere con calma e a risolvere i conflitti in modo razionale.
Il nuovo approccio lo ha fatto diventare anche un ottimo studente di inglese e gli auguriamo tanti nuovi successi e una vita migliore di quella che ha avuto nel passato.
Un progetto congiunto
Il progetto “Back to the Future” nella fase 4 è portato avanti da AVSI Middle East, e Terre des Hommes Italia in Libano,con fondi di EU Civil Protection & Humanitarian Aid
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