Terre des Hommes presenta oggi la prima ricerca in Italia sui bambini e bambine vittime di Shaken Baby Syndrome.
La Shaken Baby Syndrome, o sindrome del bambino scosso, è una grave forma di maltrattamento fisico, che si verifica quando il neonato viene scosso violentemente dal caregiver, come reazione al suo pianto inconsolabile.
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CHE COS’è LA SHAKEN BABY SYNDROME
Il pianto è il linguaggio usato dal neonato per richiamare l’attenzione dei genitori sui propri bisogni. Tuttavia, può attivare nel caregiver un senso di disorientamento e frustrazione rispetto alla capacità di risoluzione del problema, che alimentano via, via un senso di ansia, vergogna, finanche vera e propria rabbia, per l’impossibilità di mettere fine a un evento, di fatto, non più sopportabile.
La letteratura scientifica sostiene che un caso di scuotimento su 4 porti alla morte o coma del neonato e in 2 casi su 3 provochino danni permanenti.
L’indagine, presentata oggi da Terre des Hommes presso la sede dell’Agia a Roma, alla presenza dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nasce dalla consapevolezza che, nonostante le gravi conseguenze, potenzialmente letali, in Italia la sindrome è ancora poco conosciuta, e difficile da diagnosticare.
“La prima indagine sui casi di bambine e bambini vittime di shaken baby syndrome in Italia rappresenta un significativo passo in avanti non solo nella conoscenza del fenomeno, ma anche nella costruzione di un sistema di protezione e prevenzione sostenibile” afferma Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. “La consapevolezza costituisce il primo passo per la promozione di nuove sensibilità e di una maggiore responsabilità formativa e culturale dei professionisti, rafforzando il lavoro di rete e la diffusione di un linguaggio universale”.
LA RETE OSPEDALIERA PER LA PREVENZIONE DEL MALTRATTAMENTO ALL’INFANZIA
Lo studio è frutto di una consolidata collaborazione tra la Fondazione, che dal 2017 promuove la campagna di sensibilizzazione #NONSCUOTERLO! e la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento all’Infanzia che è composta da Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, Ospedale Vittore Buzzi di Milano, Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, IRCC – Istituto Giannina Gaslini di Genova, Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer IRCCS di Firenze, Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Giovanni XXIII di Bari e l’Ospedale Santobono – A.O.R.N. Santobono-Pausilipon di Napoli.
I RISULTATI
La rilevazione, condotta nella primavera del 2023, ha preso in considerazione 47 casi di Shaken Baby Syndrome diagnosticati dagli ospedali partecipanti nell’arco di tempo dal 2018 al 2022.
Purtroppo, in 5 casi i gravi danni riportati hanno causato la morte dei neonati, mentre in altri 25 casi a distanza di tempo si sono verificate gravi compromissioni del percorso evolutivo del bambino o della bambina.
In 34 casi su 47 i neonati hanno meno di 6 mesi e per tutte le fasce di età identificate (da 0 a 2 anni) sono più frequenti vittime di genere maschile. Il 35% dei bambini e delle bambine risulta essere prematuro e con altre patologie, due fattori che aumentano il rischio di subire scuotimento.
L’accertamento fondamentale per rilevare sintomi da scuotimento è la risonanza magnetica, o la TAC, ma nel 40% dei casi tali esami sono stati fatti solo dopo 24 ore dall’ingresso in pronto soccorso, un ritardo che rende più difficile la diagnosi e quindi la corretta presa in carico della vittima.
Inoltre, frequentemente lo scuotimento avviene all’interno di un quadro di maltrattamento più ampio. Nella casistica presa in considerazione ben 29 casi su 47 presentano questa drammatica compresenza di diverse forme di maltrattamento.
1/3 dei casi rilevati era già stato in pronto soccorso o per altre patologie (21%) o per sintomi sospetti di scuotimento (15%). E si è accertato che 1/4 dei bambini e bambine arrivate in ps era già vittima di scuotimento.
L’indagine inoltre individua alcune caratteristiche delle famiglie di provenienza delle vittime, e nonostante la Shaken baby Syndrome non conosca barriere di tipo sociale, economico o culturale, i dati rilevano che la maggioranza dei nuclei famigliari coinvolti (33 su 47) presenta problematicità legate a marginalità sociale, violenza, dipendenza, delinquenza, patologia psichica (soprattutto depressione materna) o organica e spesso sono nuclei già noti all’Autorità Giudiziaria e presi in carico dalla rete dei Servizi Sociali.
Da ciò si deduce che parte fondamentale del percorso diagnostico è la collaborazione di Servizi Sociali e Autorità Giudiziaria per individuare e successivamente gestire fragilità famigliari, tali collaborazioni sono spesso presenti nei centri ospedalieri specializzati su abuso e maltrattamento ma dovrebbero essere presenti anche nei Pronto Soccorsi.
IL LAVORO DI TERRE DES HOMMES PER PREVENIRE E SENSIBILIZZARE
“Questo studio è pionieristico per il nostro Paese, perché per la prima volta ci permette di raccontare la Shaken Baby Syndrome al grande pubblico e alle istituzioni facendo riferimento a dati reali e prassi che ogni giorno vengono adottate da chi è in prima linea nell’intercettarla negli ospedali italiani.” Afferma Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e programmi Italia di Terre des Hommes “Siamo orgogliosi che nuove realtà ospedaliere abbiano scelto di contribuire a questo lavoro, confermando la priorità del tema e sono certa che l’indagine e i nuovi materiali prodotti, amplificheranno la portata della Campagna NONSCUOTERLO! favorendone estensione, impatto e riconoscimento istituzionale di Terre des Hommes e della Rete ospedaliera per la prevenzione del maltrattamento all’infanzia.”
LE RACCOMANDAZIONI
- Ogni Regione disponga di almeno un Centro Ospedaliero pediatrico referente per il territorio con specifica struttura ed expertise in materia di maltrattamento infantile.
- In aggiunta al Centro ospedaliero di riferimento regionale, ogni grande ospedale pediatrico disponga di equipe multidisciplinari e specializzate, dotazioni strumentali e facilities che permettano di formulare le opportune diagnosi di maltrattamento e attuare un pannello di diagnosi differenziale completo.
- Il maltrattamento all’infanzia sia previsto come materia di studio curriculare nella Facoltà di Medicina e Chirurgia onde garantire una preparazione di base degli aspiranti medici sul tema. Non è infatti sufficiente prevedere questa materia quale mero oggetto di studio nei percorsi facoltativi per i crediti universitari.
- La prevenzione del maltrattamento sia inserita nel Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria.
- Che per i casi di sospetto maltrattamento sia istituito un Codice specifico, sull’esperienza di altri già previsti per altre tipologie di violenza a danno delle donne.
- Che i Pronto Soccorso possano essere messi in rete, almeno a livello regionale, per poter identificare in tempo reale accessi sospetti di casi di maltrattamento, così da poter attivare una risposta diagnostica più mirata e tempestiva non solo per i casi di Shaken Baby Syndrome.
- La Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento all’Infanzia sia riconosciuta dai policy makers quale stakeholder chiave nella definizione di politiche funzionali alla prevenzione del maltrattamento sui bambini e bambine, dal punto di vista medico e clinico.
LA CAMPAGNA #NONSCUOTERLO!
Lo studio è stato realizzato all’interno della campagna NON SCUOTERLO, iniziativa multi strumento, ideata da Terre des Hommes, che oggi si compone di un sito: nonscuoterlo.it, uno SPOT, leaflet informativi, video, contenuti di esperti nonché, infine, tutorial a supporto dei caregiver volti a prevenire situazioni di rischio scuotimento. La campagna inoltre ha sviluppato diverse iniziative di formazione, rivolte a medici e specializzandi di medicina che puntano a rafforzare la preparazione dei professionisti del mondo sanitario nel riconoscere e diagnosticare questa forma di maltrattamento.
La conferenza di presentazione dell’indagine ha ricevuto il patrocinio di: AGIA (Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza) AOPI (Associazione Ospedali Pediatrici Italiani) SIMEUP (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Emergenza Pediatrica) SIP (Società Italiana di Pediatria) e CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).