Emergenza Gaza - Terre des Hommes Italia

Emergenza Gaza: i nuovi ordini di trasferimento costringono migliaia di persone a fuggire di nuovo e ostacolano le attività umanitarie

Nuovi ordini di trasferimento hanno costretto un altro massiccio spostamento di famiglie e operatori umanitari dall’area di Deir al-Balah, una delle poche zone rimanenti nella Striscia di Gaza occupata con infrastrutture essenziali e magazzini per le forniture di aiuti.

Molte famiglie palestinesi, già sfollate forzatamente innumerevoli volte da ottobre, sono costrette a spostarsi di nuovo, così come gli operatori umanitari il cui lavoro è cruciale per fornire gli aiuti.

Terre des Hommes dall’inizio dell’emergenza supporta il suo storico partner locale Palestinian Medical Relief Society, (PMRS) per portare beni di prima necessità, medicinali essenziali e cure mediche alla popolazione e offrire sostegno psicologico specializzato a bambini e bambine.

“Attualmente lo staff del nostro partner sul campo è ancora operativo in tutte le zone della Striscia, ma soprattutto nelle aree di Khan Younis e Deir al-Balah le condizioni sono sempre più difficili e pericolose.” Dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia “La popolazione di Gaza non ha più un posto sicuro dove andare, la situazione sanitaria è al collasso e il conclamato caso di polio rende urgentissimo l’avvio di una campagna di vaccinazione. Continuiamo a chiedere un immediato cessate il fuoco e garanzie per gli operatori umanitari che devono poter assistere la popolazione di Gaza.”

La Fondazione condivide l’ultimo appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo firmato da 27 organizzazioni internazionali:

Almeno altre 24 ONG hanno segnalato difficoltà derivanti dagli ordini nell’ultima settimana, con sfollamenti forzati del personale, operazioni interrotte e almeno un sito che ospitava civili sotto attacco. I magazzini che conservano le forniture si trovano nei settori che sono stati oggetto di ordini di sfollamenti forzati.

I cosiddetti ordini di “evacuazione” emessi dalle autorità israeliane il 13, 15, 16 e 21 agosto continuano a ostacolare le operazioni di aiuto, colpendo numerose ONG tra cui Save the Children, Mercy Corps, il Consiglio Norvegese per i Rifugiati (NRC), MSF, Solidarités International, Medical Aid for Palestinians UK, Oxfam, il Comitato Internazionale di Soccorso, Humanity & Inclusion, Islamic Relief, DanChurchAid e partner, e partner palestinesi di ActionAid, War Child, Consiglio Danese per i Rifugiati, Médecins du Monde – Spagna e WeWorld.

Un rifugio di una ONG è stato attaccato, mentre il NRC ha atteso più di 15 giorni una risposta dalle autorità israeliane a una richiesta di liberare di un’area dove cercano di trasferire il personale a seguito dell’ultimo ordine di sfollamento di Israele.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che i molteplici ordini emessi dalle forze israeliane a Khan Younis e Deir al-Balah tra l’8 e il 17 agosto hanno colpito 17 strutture sanitarie, tra cui cinque centri di assistenza primaria e nove punti medici, interrompendo i servizi sanitari essenziali. Le interruzioni minacciano anche la capacità di somministrare i vaccini antipolio, una volta arrivati a Gaza.

Le comunità sono tagliate fuori dagli aiuti vitali, poiché è sempre più difficile consegnare i beni essenziali come l’acqua.

Gli operatori umanitari devono essere autorizzati a fornire aiuti in base alle necessità, piuttosto che alla designazione di aree sicure da parte di una parte in conflitto.

UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO è Più URGENTE CHE MAI

Da oltre 10 mesi, le organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco immediato e duraturo. Ora il rischio imminente di un’epidemia di poliomielite e la necessità urgente di vaccinare i bambini a Gaza rendono questa richiesta più urgente che mai.

Tutte le parti in conflitto hanno l’obbligo di facilitare l’accesso umanitario in ogni momento. Israele, in quanto potenza occupante, è obbligato a garantire che i bisogni umanitari della popolazione occupata siano soddisfatti. Ciò include facilitare gli aiuti umanitari e creare le condizioni che permettano la fornitura sicura di materiali, come ordinato dalla Corte Internazionale di Giustizia nelle sue misure provvisorie del 26 gennaio e 24 maggio.

Rafah serviva come principale hub per le operazioni di soccorso a Gaza fino ai primi di maggio, quando le forze israeliane hanno ampliato le loro operazioni terrestri lì. Le agenzie di aiuto sono state costrette a spostare le loro operazioni a Deir al-Balah. Con il nord di Gaza decimato, il sud di Gaza ampiamente inaccessibile, i civili e gli operatori umanitari, e le operazioni umanitarie di fondamentale importanza non hanno più nessun altro luogo in cui andare.

COSA ABBIAMO FATTO FIN’ORA

Ad oggi insieme a PMRS, Terre des Hommes ha raggiunto oltre 77.000 persone con assistenza medica e supporto psicosociale, e 39.500 con cure primarie e supporto psicologico. Oltre il 63% delle persone sostenute è di genere femminile e oltre il 46% sono bambini, bambine e adolescenti.

Inoltre, la Fondazione ha inviato 7 camion contenenti:

  • 21 pallet di biscotti energetici e 10 di integratori nutrizionali e medicinali essenziali per le cure primarie e per persone con malattie croniche,
  • 66 pallet contenenti 800 kit di prima necessità per donne in gravidanza e 780 kit per persone con disabilità,
  • 12 pallet di kit di pronto soccorso e 4 di materiale medico monouso.

 

Nota

  • La “zona umanitaria” designata da Israele ora comprende meno dell’11% di Gaza, secondo le Nazioni Unite.
  • Le persone a cui Israele ordina di trasferirsi non hanno ricevuto alcuna garanzia di sicurezza, adeguata sistemazione o ritorno una volta terminati i combattimenti. L’assenza di queste garanzie fondamentali di sicurezza e ritorno, come richiesto dal diritto umanitario internazionale, qualifica le direttive di trasferimento di Israele come trasferimento forzato, costituendo una grave violazione del diritto internazionale.
  • I civili che non possono o non vogliono lasciare le loro case rimangono protetti dal diritto umanitario internazionale.

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